LA CASA PASSIVA

[ 1 ] — COSA SIGNIFICA CASA PASSIVA

È un particolare standard abitativo basato sull’integrazione di materiali e tecnologie appropriati che assicurano all’edificio un’elevata qualità abitativa ed una sensibile riduzione dei consumi energetici.Tecniche costruttive innovative, sistemi di coibentazione più avanzata e recupero del calore sono le parole chiave che definiscono le sue peculiarità.

La Casa Passiva (da Passivhaus secondo il termine originale di lingua tedesca, passive house in lingua inglese) è un’abitazione che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento “convenzionale” (caldaia e termosifoni o sistemi analoghi).

La Casa è detta Passiva quando la somma degli apporti passivi di calore (apporti subiti)dell’irraggiamento solare trasmessi attraverso le finestre e il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda.

I costi di una Casa Passiva sono più alti se paragonati ai normali edifici progettati e costruiti con metodologie convenzionali, ma sono assolutamente più concorrenziali rispetto a quegli edifici che devono rispondere alle nuove normative sul risparmio energetico, infatti l’eliminazione dell’impianto termico convenzionale compensa in parte l’aumento dei prezzi causato dal massiccio isolamento da applicare all’edificio soggetto alle nuove normative vigenti.

Per verificare le perdite di calore viene eseguito durante i lavori e a termine di questi il Blower-Door-Test tramite un ventilatore abbinato ad una strumentazione che misura il flusso d’aria e un manometro che indica la differenza di pressione.

[ 2 ] — TEMPERATURE SOTTO CONTROLLO: IL PAREGGIO DEL BILANCIO ENERGETICO IN UNA CASA PASSIVA

Nella Casa Passiva l’energia necessaria a pareggiare il bilancio termico dell’edificio è solitamente ottenuta tramite sistemi cosiddetti non convenzionali: ad esempio impianti che adottano pannelli solari o pompe di calore per riscaldare l’aria dell’impianto di ventilazione controllata a recupero energetico. Quando il fabbisogno energetico della casa è molto basso (inferiore a 15 kWh al m² anno) si andrà ad eliminare l’impianto di riscaldamento convenzionale. Ma solo con un’attenta progettazione si ottengono queste prestazioni, in particolare modo tenendo conto del sole, adottando contemporaneamente sistemi d’isolamento termico ad altissime prestazioni nelle murature perimetrali, sul tetto e sulle superfici vetrate e come già detto mediante l’uso di sistemi di ventilazione controllata con scambiatori a flusso incrociato che recuperano l’80-90% del calore dell’aria in uscita.

L’ istituto di Case Passive tedesco (sito a Darmstadt) considera una “costruzione passiva”quando questa soddisfa i seguenti requisiti qualitativi:

Fabbisogno richiesto per il riscaldamento (Heizwärmebedarf) ≤ 15 kWh/(m²anno)

Ermeticita’ (Luftdichtheit) n50 ≤ 0,6/h

Fabbisogno primario di energia (Primärenergiebedarf) ≤ 120 kWh/(m²anni)

Viene definita la trasmittanza termica (U-value o U-Wert) (i valori bassi significano bassa dispersione) deve essere compresa nel range 0,1 – 0,15 W/m2K.

[ 3 ] — UN IMPIANTO ESSENZIALE PER LA CASA PASSIVA: IL SISTEMA DI VENTILAZIONE

L’impianto di ventilazione è indispensabile per il ricambio d’aria nell’edificio, poiché se si utilizzasse l’aerazione attraverso le finestre il desiderato risparmio energetico non sarebbe mai possibile. Obiettivo dell’impianto è quindi quello di perdere naturalmente il minor quantitativo possibile di energia prodotta, per questo si predispone solitamente di un impianto a ventilazione con recupero di calore alimentato con un motore ad alta efficienza (potenza richiesta nell’ordine dei 40-50W).

L’aria calda usata in uscita, dalla cucina e dal bagno, viene convogliata verso uno scambiatore a flusso, dove l’aria fredda in ingresso riceverà dall’ 80% al 90% del calore di quella uscente. L´aria di alimentazione viene così ridistribuita all’interno degli ambienti, dal soggiorno alle camere da letto, dalla cucina al bagno. In progetti più avanzati il flusso d’aria esterno, prima di raggiungere lo scambiatore di calore, è destinato ad attraversare una pompa di calore geotermica per un ulteriore riscaldamento dell’aria in entrata.

L’impianto di ventilazione viene implementato nella struttura dell’edificio in modo tale che nessuna corrente d’aria risulta percepibile nei vari ambienti, questo permette in modo facile di avere un flusso d’aria in estate sufficientemente fresco in ingresso cosicché l’impianto di aria condizionata non è necessario.

[ 4 ] — CASA PASSIVA: STORIA E DIFFUSIONE GEOGRAFICA

Il concetto di Casa Passiva è nato nel maggio del 1998 dalla collaborazione tra Bo Adamsondell’università svedese Lund University, e il tedesco Dott. Wolfgang Feist, il concetto sviluppato attraverso una serie di progetti è stato poi finanziati in parte dal land tedesco di Hessen.

Dai paesi del nord Europa ed inizialmente dalla Svezia, il nuovo standard abitativo si è poi diffuso principalmente in Germania, Austria, Olanda e negli altri paesi del centro-nord europeo.

In Germania la prima Casa Passiva è stata costruita nel 1991 a Darmstadt-Kranichstein dal Dr. Wolfgang Feist. Il fabbisogno energetico delle 4 villette a schiera ammonta in media a 10 kWh/m2anno e si mantiene stabile da 15 anni. La prima Casa Passiva di tipo pluri-familiare si trova aFriburgo edificata nel 1999. Seguirono un complesso residenziale di 21 case a Wiesbaden, 32 case Hannover-Kronsberg e 52 case a Stoccarda.

Tra il 1999 e il 2001 sono state costruite attraverso il CEPHEUS ulteriori 221 complessi in 14 località nei cinque stati dell’Unione Europea tra cui: Germania, Svezia, Francia, Svizzera ed Austria. In questo momento la più grande costruzione passiva (tedesca) si trova ad Ulm e si chiama Energon (2002).

Negli Stati Uniti invece la prima Casa Passiva è stata costruita nel 2006 a Bemidji, Minnesota tramite il programma “Deutsch-als-Fremdsprache-Programm Waldsee”, fondazione tedesca per l’ambiente e finanziato da diverse imprese tedesche.

A partire dal 2015 in Austria, la Casa Passiva sarà lo standard prescritto dalla legge per tutti gli edifici e addirittura nella regione del Vorarlberg lo standard è obbligatorio già dal 1°gennaio 2007.Tutti paesi dove l’attenzione al dettaglio, alla qualità costruttiva, all’abitabilità e alla salubrità dei luoghi sono la regola.

In Italia come ci si aspetta sono poche le esperienze che vanno in questa direzione. Ricordiamo però le iniziative più importanti come quelle prese dalla Provincia Autonoma di Bolzano in Alto Adigeche da diversi anni ha emanato una legge provinciale per istituire la certificazione Casa Clima per la quale una Casa Passiva corrisponde alla Casa Clima di Classe Oro.

Il primo edificio passivo pubblico italiano si trova a Bolzano in Alto Adige “l´Expost”, progettato dalarchitetto Michael Tribus nel 2004 si tratta dell’adeguamento di un ex edificio postale ora sede degli uffici della Provincia Autonoma di Bolzano. L’edificio con una cubatura di 20.000 mc consuma

7 kWh/m²anno che corrisponde a meno di un litro di olio combustibile per metro quadrato all’anno

[ 5 ] — CASA PASSIVA:

DOMANDE E RISPOSTE

Intervista di quotidianocasa.it a ing. Michele de Beni

Quali sono le principali difficoltà che la casa passiva incontra attualmente in Italia?

«Sicuramente la mancanza di cultura progettuale. Nel senso che finché dobbiamo costruire la forma di qualcosa senza preoccuparci del funzionamento, il modo in cui viene progettata non è così importante. Se progetto un’autovettura che non deve andare in strada, non occorre che io rispetti determinati parametri. Ciò che conta è l’aspetto esteriore.»

Che significa “scarsa capacità progettuale”, in questo specifico ambito?

«Scarsa conoscenza dei materiali, e conseguente mediocre capacità di elaborarli, al fine di ottenere, per esempio, una casa passiva. Lo si può facilmente constatare se pensiamo a quanta energia spendiamo per riscaldare un’abitazione: tantissima. Mentre attraverso l’uso di materiali appropriati, quindi di alta qualità, sostenuto da una progettazione semplice ma efficace, com’è il caso della ‘Casa passiva’, è possibile raggiungere risultati ottimali con l’impiego di una quantità limitata di energia.»

Spesso si avanza l’obiezione: ha senso costruire case passive in Italia, pensando soprattutto al Sud in modo particolare?

«Assolutamente sì. Per il semplice fatto che la casa passiva consente di ottenere all’interno dell’abitazione un clima confortevole, qualunque sia la latitudine in cui l’edificio è posizionato.»

Come immagina lo sviluppo di questo specifico settore dell’edilizia in Italia?

«Si tratta di una strada obbligata. Il gap con realtà vicine a noi diventa sempre più marcato. E in ogni caso la costruzione di edifici a ridotto consumo energetico non è un’opzione, è un obbligo. Altrimenti sarà presto inevitabile vivere in case molto fredde o molto calde, a meno che non vogliamo dotarci di una centrale nucleare dietro ogni casa.»

Chi sono attualmente i committenti di case passive in Italia?

«Privati per l’edilizia residenziale e i condomini, ma anche realtà industriali abbastanza grandi. L’interesse attraversa in maniera trasversale tutta la società. Quasi sempre i primi edifici in una determinata zona sono le sedi delle imprese di costruzione che intendono investire in immagine. L’obiettivo è comunque di raggiungere non tanto chi ha soldi da spendere senza problemi, ma le persone comuni che intendono abitare una casa normale.»

La casa passiva è per definizione anche ecologica, qualunque cosa significhi questa espressione?

«Perché abbiamo bisogno di costruirci un secchio? Per contenere dell’acqua che diversamente si disperderebbe. Quindi il primo aspetto che devo prendere in considerazione nel progettare il secchio non è se devo realizzarlo in metallo, in plastica, in paglia o in cemento armato. Il punto è che riesca a contenere l’acqua.

Lo stesso vale per la casa passiva: assodato che la progettazione e la tecnologia che userò mi farà risparmiare energia, tenuto cioè presente che il mio progetto inquinerà dieci volte meno di un edificio normale, sia in termini di costruzione che di gestione, potrò scegliere i materiali che voglio. Ma si tratta comunque di un’opzione: posso realizzare una casa passiva con materiali ‘naturali’ isolanti, ricorrendo per esempio alla bioedilizia. Ed è vero anche il contrario: posso costruire una casa in bioedilizia che però all’atto pratico inquina moltissimo. In ogni caso l’obiettivo resta la costruzione di una casa confortevole, in cui sto bene. Ed è coerente con questo scopo che si usino materiali che abbiano uno scarso impatto sull’ambiente.»

 

Fonte: http://www.genitronsviluppo.com/architettura_sostenibile/casa_passiva_bioedilizia_bioarchitettura_passivhaus.html#LACASAPASSIVADOMANDEERISPOSTESignificatobilancioenergeticoimpiantistoriadiffusionedomandeerisposteGenitronSviluppoUmanoContenutiConoscenzeeCreazioniECOLOGIAAMBIENTEENERGIASVILUPPOINNOVAZIONESostenibilitàDesignEconomiaeAmbiente